Verona, 14/04/2021
OGGETTO : “ISTANZA URGENTE di PROTOCOLLO SANITARIO UNIFORME per l'apertura di RSA-CS del Veneto a famigliari e tutori, per il ripristino del contatto umano e sociale”
I famigliari delle persone malate disabili gravi invalide e non autosufficienti ospitate nelle strutture residenziali della Regione Veneto soffrono tuttora tutte le conseguenze fisiche e psicologiche dello stato di isolamento causato dal blocco delle visite dei parenti e dei tutori legali.
Tale privazione impedisce da più di un anno attività fondamentali di sostegno, controllo e collaborazione che i caregiver esercitano, a protezione dei propri cari, nelle strutture residenziali.
Attualmente, alla luce della vaccinazioni compiute e dell’uso di DPI certificati, in un’ottica di bilanciamento tra rischi e benefici, la prosecuzione della situazione di segregazione comporta, per quanti sono stati vaccinati, rischi e danni ben più gravi di un’eventuale esposizione al virus. Come rilevato nello studio allegato, se la probabilità di ammalarsi in n incontri a rischio con la seguente formula: PI = 1-(1-pq)^n, dove p è la probabilità combinata di fallimento di tutte le barriere (mascherina, distanziamento e vaccinazione), q la probabilità di entrata di un familiare asintomatico positivo e n il numero di incontri, significa che per avere l’1% di probabilità di infettarsi servono ben 6000 incontri.
Ricordiamo che le Strutture ospitanti svolgono un servizio pubblico sotto la responsabilità sanitaria degli organi competenti Regionali. Facciamo al proposito, ancora una volta, presente che le strutture Venete spesso non sono dotate di direzione sanitaria legalmente conosciuta.
Come Associazione di tutela esprimiamo e chiediamo da tempo, a tutti i livelli della gestione del Sistema Socio-Sanitario Assistenziale, di perseguire:
- Trasparenza
- Ordine
- Rispetto
- Controllo
a nostro avviso purtroppo assai disattesi, a tutto sfavore degli utenti.
Riguardo al più urgente e puntuale problema delle aperture post vaccinali delle Strutture alle visite dei legali rappresentanti/familiari degli ospiti, a seguito di ripetuti accorati appelli da parte di questi ultimi, facciamo presente che:
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E stato recentemente pubblicato un autorevole position paper scientifico sul sito del CDC di Atlanta US - Centre for Disease Control and Prevention che ha aggiornato le linee guida di comportamento che permettono il contatto tra vaccinati con speciali raccomandazioni che potrebbero essere rapidamente implementate anche per le nostre RSA , nello stato pandemico attuale. ( Allegato 1)
E' stato recentemente emesso un PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'INCONTRO IN PRESENZA TRA OSPITI DI RSA e FAMIGLIARI (unico a livello nazionale) reso pubblico da alcune APPS Trentine. Esso esprime con forza scientifica dati e risultati positivi a favore della apertura delle Case di Riposo alle visite dei Parenti ove si ritiene che "le procedure operative proposte, siano sufficienti a salvaguardare la salute delle persone coinvolte” - Essi indicano una invidiabile strada concreta percorsa e percorribile nei fatti, da Strutture di qualità che abbiano come missione primaria la "vera Care " degli ospiti, anche in frangenti critici come questo. ( Allegato 2 )
Per Vostra stessa ammissione all’interno delle RSA le vaccinazioni dei residenti sono ora concluse, da almeno due mesi, con percentuali di copertura elevati attorno al 90/95%, e livelli di immunità conseguenti che impediscono al virus di perpetuare i gravissimi effetti di mortalità. Essi, secondo gli studi più recenti, proteggono dalla malattia grave e ragionevolmente dalla propagazione virale.
Non si ravvisano, pertanto, plausibili ragioni mediche o scientifiche per proseguire nel limitare gli ingressi ai familiari vaccinati, a fronte dei benefici ottenibili dalle visite e dalla assistenza in presenza, nonchè dal controllo diretto della situazione che i famigliari vedono tuttora impedito dai direttori delle strutture residenziali.
Al contrario, procrastinare la situazione attuale di interdizione alle visite non solo collide con i principi della dignità intrinseca, autonomia,indipendenza, libertà, non discriminazione, piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società, riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ratificata con L. n. 18/2009, ma espone a serio rischio la salute degli ospiti attesa la indubbia valenza terapeutica del contatto familiare.
RITENIAMO INSUFFICIENTE lasciare il problema alla libera decisione di Direttori non medici. Non è più accettabile alcun ulteriore rimpallo di responsabilità tra Sanità Regionale e Direttori delle Strutture in ordine ai criteri sanitari ed organizzativi di accesso alle strutture nelle quali gli ospiti sono stati vaccinati.
RITENIAMO che la Regione Veneto sia in grave ritardo e debba assumersi CON URGENZA, per la tutela dei propri cittadini malati gravi, disabili o non autosufficienti, la responsabilità Sanitaria di procedere alla predisposizione dl un PROTOCOLLO UNIFORME che ponga fine ad un ormai inaccettabile e patente violazione di fondamentali diritti umani.
Ai sensi dell’art. 14 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, i nostri familiari non possono essere privati della loro libertà illegalmente o arbitrariamente e l’esistenza di una disabilità non giustifica in nessun caso una privazione della libertà, che potrebbe peraltro configurare rilievi di profilo penale oltre alle responsabilità conseguenti sotto il profilo del risarcimento dei danni cagionati e cagionandi.
L'Associazione DI.A.N.A. pertanto
considerati i diritti fondamentali alla salute,
alla cura ed al rispetto della dignità della persona
CHIEDE
di adottare con urgenza un protocollo uniforme che consenta l'accesso alle strutture, ivi comprese le zone di degenza o almeno all'aperto, per i Familiari/legali rappresentanti che abbiano raggiunto protezione, dopo la seconda dose vaccinale Covid-19. (Il tutto ovviamente nel rispetto delle misure igieniche e dei DPI che la Direzione Sanitaria Regionale riterrà opportuno legalmente confermare). Ciò al fine di favorire il recupero di un accettabile stato psicofisico degli utenti mediante l'apporto della loro personale cerchia affettiva, il supporto riabilitativo, di assistenza al pasto, e di tutti gli altri atti di assistenza di competenza famigliare, di cui sono stati privati ormai da troppo tempo.
Cordiali saluti
Donatella Oliosi
Presidente DI.A.N.A. Onlus